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Emergenza neve: fauna selvatica in
difficoltà
WWF alle Regioni: "fate un regalo alla natura con una tregua sulla
caccia"
“Al posto delle cartucce portate cibo alle specie più a rischio”
Il forte calo della temperature e le abbondanti nevicate in tutto il
territorio nazionale rappresentano un grave rischio per la
sopravvivenza di numerose specie animali che incontrano enormi
difficoltà nel reperimento del cibo. Sarà, infatti, emergenza-cibo
per tutti gli uccelli acquatici, come anatre selvatiche e i limicoli
(molti dei quali cacciabili) che troveranno per molti giorni
difficoltà enormi nel trovare cibo su terreni e laghi induriti dal
ghiaccio. A rischio, soprattutto, la beccaccia, uno dei bersagli più
ricercati dai cacciatori: questo uccello, utilizza, infatti, il suo
lungo becco per cercare nel terreno piccoli invertebrati. Lo stesso
rischio lo corrono le pittime, un’altra specie di uccello limicolo
che in proprio questi giorni sta attraversando il nostro “stivale
gelato” nella rotta migratoria dall’Africa. A rischio anche
fringuelli e peppole, piccoli passeriformi che dovranno fare i conti
con una coltre di neve di diversi metri. Tutti animali che devono
affrontare già i propri predatori naturali, contro i quali, per
fortuna, hanno sviluppato in migliaia di anni strategie di difesa:
in questa situazione anche un giorno di tregua può bastare per
salvare milioni di animali dalla morte per lo stremo delle forze.
Il WWF si appella alle Regioni, quelle soprattutto del centro-sud,
affinchè riconoscano la gravità e l’eccezionalità della situazione e
di voler procedere con quanto previsto dall’art. 19 della legge n.157
che riconosce alle Regioni il potere di vietare o ridurre per
periodi prestabiliti la caccia per sopravvenute particolari
condizioni ambientali, stagionali o climatiche, in modo da
salvaguardare il patrimonio faunistico minacciato non solo dalle
avverse condizioni climatiche, ma anche da chi non esita ad
approfittare della presenza della neve per infierire maggiormente su
animali già fortemente debilitati.
Con la chiusura della stagione venatoria 2004-05 il WWF denuncia
risultati gravi sul fronte dell’illegalità e del bracconaggio. Mai
come quest’anno quasi tutte le regioni hanno approfittato della
possibilità di anticipare l’apertura della stagione ai primi di
settembre, prolungando di fatto la caccia di quasi un mese. Solo la
Calabria, ad oggi, ha invece prolungato la caccia a febbraio (con la
scusa dell’abbattimento dei cosiddetti “nocivi”, come le volpi),
mentre quelle regioni che hanno voluto prolungare la caccia ad
alcune specie, ad esempio le Marche con la beccaccia, o il Lazio con
il fagiano, o ancora quelle regioni che hanno aperto la caccia a
specie protette come fringuelli (Toscana), storni e passeri
(Abruzzo) hanno visto l’annullamento degli atti amministrativi dal
TAR o dal Consiglio di Stato, a seguito dei ricorsi del WWF e delle
altre associazioni. Nonostante il WWF, come le altre associazioni
ambientaliste e animaliste, continuino a rivolgersi ai Tribunali per
il rispetto della legge quadro sulla caccia (L. 157/1992) , è forte
la spinta regionale a violarla e ad attuare politiche che vanno
contro i principi di tutela della fauna selvatica, patrimonio
indisponibile dello Stato.
Questa situazione si è maggiormente accentuata nella stagione di
caccia 2004/2005, a causa del gravissimo messaggio che viene dato
dalle Aule parlamentari, dove si sta discutendo un testo unificato
di proposte tutte volte a stravolgere i principi di protezione della
fauna disciplinati dalla legge n. 157/92. Si tratta del testo
unificato Onnis in discussione in questi giorni in Commissione
agricoltura della Camera dei Deputati che, nonostante l’eccezionale
numero di emendamenti, tutti di merito e non ostruzionistici,
presentati (più di 1700), si vorrebbe discutere già in Aula nel
prossimo mese.
Il WWF ha sempre sottolineato come questo testo non possa essere
discusso per motivi seri e scientificamente provati. Il testo non ha
trovato consensi se non da una parte esigua ed estremista di
cacciatori. Infatti, l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, ha
dato un parere negativo, gli enti di ricerca europei ne hanno
riconosciuto la non fondatezza scientifica, e perfino altre
componenti come gli agricoltori e alcune parti del mondo venatorio
hanno espresso la loro palese contrarietà.
Secondo il WWF la proposta di legge di modifica della legge quadro
sulla tutela della fauna selvatica e la disciplina dell’attività
venatoria :
- è una legge contro l’Europa: infatti sono inserite tra le specie
cacciabili 5 specie protette dalle Direttive comunitarie;
- è una legge contro la scienza: non ci sono dati , né enti
scientifici che giustificano il prolungamento della stagione
venatoria da agosto a febbraio (ora è da fine settembre al 31
gennaio, nel rispetto dei principi scientifici e delle leggi
europee);
- è in contraddizione con la competenza dello Stato in materia di
tutela dell’ambiente e della fauna: si delega alle regioni la
possibilità di modificare il calendario venatorio, con l’aumento
delle specie cacciabili;
- è contro una seria lotta al bracconaggio: si depenalizzano i più
gravi reati venatori tra cui la caccia nei parchi e l’uccellagione.
Proprio perché la depenalizzazione dei reati venatori (che
verrebbero puniti con una multa come se fossero un divieto di sosta)
è uno dei punti più gravi del testo presentato, vogliamo ricordare
che :
Il WWF, grazie all’attività delle sue Guardie Volontarie, stima di
aver accertato nel corso del 2004 circa 750 reati contro l’ambiente
e la fauna, controllato circa 19.000 persone, elevato oltre 3.500
sanzioni amministrative, percorso migliaia di km per controllare e
vigilare sul rispetto di norme troppo spesso disattese o violate.
Nonostante la sensibile diminuzione del numero dei cacciatori, i
numerosi e gravi reati contro la fauna, già minacciata da
inquinamento e distruzione del territorio, sono inversamente
aumentati: i numeri delle denunce di bracconieri sorpresi nelle
Valli bresciane e ad Ischia (dove si svolgono tutti gli anni i
“campi antibracconaggio” delle guardie del WWF) parlano chiaro.
Quasi doppi i reati riscontrati nel corso del 2004, quasi 130 le
persone denunciate in nemmeno 60 giorni operativi, per gravi reati
contro l’ambiente e la natura: dal porto abusivo d’arma,
all’abbattimento di fauna protetta e particolarmente protetta,
fucilata con ogni mezzo, lecito e illecito. Fauna che viene venduta
come trofeo o commercializzata sottobanco per motivi alimentari.
Ogni anno milioni di esemplari di piccoli uccelli vengono catturati,
uccisi, spiumati e venduti a prezzi stratosferici, se si pensa che
si arriva a pagare un piccolo pettirosso morto (del peso di 20
grammi) anche 3 euro. Se questi piccoli uccelli vengono catturati
vivi allora i prezzi aumentano incredibilmente: per un merlo o un
tordo da richiamo si è disposti a spendere anche 400 euro. Si spara
e si ammazza di tutto, dal falco al lupo, dall’aquila all’orso, che
diventano ambiti trofei da imbalsamare illegalmente.
Per non parlare dell’utilizzo dei richiami elettronici
supertecnologici, con l’amplificazione del suono, muniti di
telecomando e in alcuni casi addirittura ad ultrasuoni che non
vengono percepiti dagli essere umani (specialmente dalle Guardie) ma
sono uditi perfettamente dagli uccelli. Un considerevole commercio
illegale è riconducibile al cinghiale, che viene cacciato e
illegalmente commercializzato tutto l’anno: una piccola squadra di
bracconieri (8-10 persone) riesce a guadagnare fin quasi 100.000
euro l’anno (dichiarazione del Comandante della Polizia provinciale
di Perugia). Il WWF chiede dunque che il Parlamento sospenda l’iter
della Proposta di legge di modifica della legge quadro sulla caccia,
e si appella alle Regioni affinchè anticipino la chiusura della
caccia!
www.wwf.it
Roma, 28 gennaio 2005
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