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Anno 4 Numero 147

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Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Emergenza neve: fauna selvatica in difficoltà
WWF alle Regioni: "fate un regalo alla natura con una tregua sulla caccia"

“Al posto delle cartucce portate cibo alle specie più a rischio”

Il forte calo della temperature e le abbondanti nevicate in tutto il territorio nazionale rappresentano un grave rischio per la sopravvivenza di numerose specie animali che incontrano enormi difficoltà nel reperimento del cibo. Sarà, infatti, emergenza-cibo per tutti gli uccelli acquatici, come anatre selvatiche e i limicoli (molti dei quali cacciabili) che troveranno per molti giorni difficoltà enormi nel trovare cibo su terreni e laghi induriti dal ghiaccio. A rischio, soprattutto, la beccaccia, uno dei bersagli più ricercati dai cacciatori: questo uccello, utilizza, infatti, il suo lungo becco per cercare nel terreno piccoli invertebrati. Lo stesso rischio lo corrono le pittime, un’altra specie di uccello limicolo che in proprio questi giorni sta attraversando il nostro “stivale gelato” nella rotta migratoria dall’Africa. A rischio anche fringuelli e peppole, piccoli passeriformi che dovranno fare i conti con una coltre di neve di diversi metri. Tutti animali che devono affrontare già i propri predatori naturali, contro i quali, per fortuna, hanno sviluppato in migliaia di anni strategie di difesa: in questa situazione anche un giorno di tregua può bastare per salvare milioni di animali dalla morte per lo stremo delle forze.

Il WWF si appella alle Regioni, quelle soprattutto del centro-sud, affinchè riconoscano la gravità e l’eccezionalità della situazione e di voler procedere con quanto previsto dall’art. 19 della legge n.157 che riconosce alle Regioni il potere di vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche, in modo da salvaguardare il patrimonio faunistico minacciato non solo dalle avverse condizioni climatiche, ma anche da chi non esita ad approfittare della presenza della neve per infierire maggiormente su animali già fortemente debilitati.

Con la chiusura della stagione venatoria 2004-05 il WWF denuncia risultati gravi sul fronte dell’illegalità e del bracconaggio. Mai come quest’anno quasi tutte le regioni hanno approfittato della possibilità di anticipare l’apertura della stagione ai primi di settembre, prolungando di fatto la caccia di quasi un mese. Solo la Calabria, ad oggi, ha invece prolungato la caccia a febbraio (con la scusa dell’abbattimento dei cosiddetti “nocivi”, come le volpi), mentre quelle regioni che hanno voluto prolungare la caccia ad alcune specie, ad esempio le Marche con la beccaccia, o il Lazio con il fagiano, o ancora quelle regioni che hanno aperto la caccia a specie protette come fringuelli (Toscana), storni e passeri (Abruzzo) hanno visto l’annullamento degli atti amministrativi dal TAR o dal Consiglio di Stato, a seguito dei ricorsi del WWF e delle altre associazioni. Nonostante il WWF, come le altre associazioni ambientaliste e animaliste, continuino a rivolgersi ai Tribunali per il rispetto della legge quadro sulla caccia (L. 157/1992) , è forte la spinta regionale a violarla e ad attuare politiche che vanno contro i principi di tutela della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato.

Questa situazione si è maggiormente accentuata nella stagione di caccia 2004/2005, a causa del gravissimo messaggio che viene dato dalle Aule parlamentari, dove si sta discutendo un testo unificato di proposte tutte volte a stravolgere i principi di protezione della fauna disciplinati dalla legge n. 157/92. Si tratta del testo unificato Onnis in discussione in questi giorni in Commissione agricoltura della Camera dei Deputati che, nonostante l’eccezionale numero di emendamenti, tutti di merito e non ostruzionistici, presentati (più di 1700), si vorrebbe discutere già in Aula nel prossimo mese.
Il WWF ha sempre sottolineato come questo testo non possa essere discusso per motivi seri e scientificamente provati. Il testo non ha trovato consensi se non da una parte esigua ed estremista di cacciatori. Infatti, l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, ha dato un parere negativo, gli enti di ricerca europei ne hanno riconosciuto la non fondatezza scientifica, e perfino altre componenti come gli agricoltori e alcune parti del mondo venatorio hanno espresso la loro palese contrarietà.
Secondo il WWF la proposta di legge di modifica della legge quadro sulla tutela della fauna selvatica e la disciplina dell’attività venatoria :
- è una legge contro l’Europa: infatti sono inserite tra le specie cacciabili 5 specie protette dalle Direttive comunitarie;
- è una legge contro la scienza: non ci sono dati , né enti scientifici che giustificano il prolungamento della stagione venatoria da agosto a febbraio (ora è da fine settembre al 31 gennaio, nel rispetto dei principi scientifici e delle leggi europee);
- è in contraddizione con la competenza dello Stato in materia di tutela dell’ambiente e della fauna: si delega alle regioni la possibilità di modificare il calendario venatorio, con l’aumento delle specie cacciabili;
- è contro una seria lotta al bracconaggio: si depenalizzano i più gravi reati venatori tra cui la caccia nei parchi e l’uccellagione.

Proprio perché la depenalizzazione dei reati venatori (che verrebbero puniti con una multa come se fossero un divieto di sosta) è uno dei punti più gravi del testo presentato, vogliamo ricordare che :
Il WWF, grazie all’attività delle sue Guardie Volontarie, stima di aver accertato nel corso del 2004 circa 750 reati contro l’ambiente e la fauna, controllato circa 19.000 persone, elevato oltre 3.500 sanzioni amministrative, percorso migliaia di km per controllare e vigilare sul rispetto di norme troppo spesso disattese o violate. Nonostante la sensibile diminuzione del numero dei cacciatori, i numerosi e gravi reati contro la fauna, già minacciata da inquinamento e distruzione del territorio, sono inversamente aumentati: i numeri delle denunce di bracconieri sorpresi nelle Valli bresciane e ad Ischia (dove si svolgono tutti gli anni i “campi antibracconaggio” delle guardie del WWF) parlano chiaro. Quasi doppi i reati riscontrati nel corso del 2004, quasi 130 le persone denunciate in nemmeno 60 giorni operativi, per gravi reati contro l’ambiente e la natura: dal porto abusivo d’arma, all’abbattimento di fauna protetta e particolarmente protetta, fucilata con ogni mezzo, lecito e illecito. Fauna che viene venduta come trofeo o commercializzata sottobanco per motivi alimentari. Ogni anno milioni di esemplari di piccoli uccelli vengono catturati, uccisi, spiumati e venduti a prezzi stratosferici, se si pensa che si arriva a pagare un piccolo pettirosso morto (del peso di 20 grammi) anche 3 euro. Se questi piccoli uccelli vengono catturati vivi allora i prezzi aumentano incredibilmente: per un merlo o un tordo da richiamo si è disposti a spendere anche 400 euro. Si spara e si ammazza di tutto, dal falco al lupo, dall’aquila all’orso, che diventano ambiti trofei da imbalsamare illegalmente.
Per non parlare dell’utilizzo dei richiami elettronici supertecnologici, con l’amplificazione del suono, muniti di telecomando e in alcuni casi addirittura ad ultrasuoni che non vengono percepiti dagli essere umani (specialmente dalle Guardie) ma sono uditi perfettamente dagli uccelli. Un considerevole commercio illegale è riconducibile al cinghiale, che viene cacciato e illegalmente commercializzato tutto l’anno: una piccola squadra di bracconieri (8-10 persone) riesce a guadagnare fin quasi 100.000 euro l’anno (dichiarazione del Comandante della Polizia provinciale di Perugia). Il WWF chiede dunque che il Parlamento sospenda l’iter della Proposta di legge di modifica della legge quadro sulla caccia, e si appella alle Regioni affinchè anticipino la chiusura della caccia!

www.wwf.it

Roma, 28 gennaio 2005
 
                               

 

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