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Anno 3 Numero 126

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Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Caccia, WWF: le preaperture dettate da logiche politiche in contrasto con le ragioni scientifiche e di conservazione della fauna

Le Regioni accontentano i cacciatori senza rispettare i criteri previsti dalla legge. Il paradosso dei “limiti” di carniere: 29 milioni di quaglie e tortore abbattibili in una sola regione!

Le preaperture sono un forte danno per la fauna e non sono giustificate da nessuna motivazione scientifica. Solo una concessione delle Regioni alla lobby dei cacciatori, che gia’ possono cacciare un quantitativo illimitato di uccelli secondo i cosiddetti “limiti” di carniere. Il WWF ricorda che l’anticipo della stagione venatoria (la caccia dovrebbe partire la terza domenica di settembre) e’ possibile secondo la legge a due condizioni: il parere obbligatorio dell’INFS (Istituto Nazionale Fauna Selvatica) e la predisposizione di adeguati piani faunistico-venatori. L’INFS ha invece dato parere negativo alle preaperture per quaglie e anatre, mentre in diverse regioni, ad esempio Lazio e Puglia, si va apre in anticipo addirittura senza Piano faunistico regionale.

“La guida interpretativa della “Direttiva Uccelli” (n. 79/409) della Commissione Europea parla chiaro – dichiara Sara Fioravanti dell’Ufficio Legale del WWF - nei momenti di grande vulnerabilita’ per le specie, come nei giorni immediatamente precedenti l’attivita’ migratoria e nelle fasi di allevamento dei piccoli, le specie non devono essere oggetto di caccia. L’anticipo della stagione venatoria al 1 settembre risulta palesemente in contrasto con l’esigenza di tutelare la fauna, non solo perché, a quella data, molte specie hanno ancora i piccoli in una fase di dipendenza dai genitori, ma anche perché l’inserimento di alcune specie (come ad esempio la quaglia e la tortora che stanno lasciando il nostro paese, e il colombaccio che arriva), avviene senza alcuna conoscenza specifica sullo status delle popolazioni, sul successo riproduttivo e quindi in mancanza di dati sulla mortalità naturale per quella particolare stagione”.
In pratica si decreta di aprire ancora prima la caccia ad alcune specie senza neanche porsi il problema se quella specie e’ in diminuzione sul territorio, senza sapere gli effetti su quella specie di fattori naturali (ad esempio climatici) o antropici (gli incendi estivi).

Quasi un mese in piu’ di caccia amplifica a dismisura il problema legato ai cosiddetti “limiti di carniere” della stagione venatoria. Molti calendari venatori prevedono come limiti di carniere i seguenti “tetti” giornalieri: per i “migratori” (ad esempio tordi o allodole): 25 capi al giorno, con un limite, a volte, di 5 anatre, 15 quaglie, 15 tortore, 15 colombacci, 3 e persino 5 beccacce. Calcolando il numero delle giornate di caccia disponibili, per il periodo di apertura consentito alle singole specie, per il numero totale dei cacciatori di una regione, si avrebbe che ad esempio il Piemonte (37.000 cacciatori), avrebbe autorizzato l’abbattimento di quasi 29 milioni di quaglie, altrettante di tortore, 10 milioni e mezzo di anatre (185.000 al giorno), oltre 38 milioni di allodole e quasi 50 milioni di tordi. Viene cioè autorizzato in una sola regione un “prelievo” che è di gran lunga superiore alla consistenza della fauna in Europa. E’ vero che per fortuna questi limiti non verranno mai raggiunti, ma parlare di limiti di carniere in questi casi e’ come fissare un limite di velocita’ di 500 Km/orari! In questa situazione, si capisce come l’anticipo della stagione venatoria non fa che moltiplicare il danno, aumentando le giornate di caccia in un periodo – quello estivo - particolarmente delicato per molte specie, gia’ provate da siccita’ e incendi.

“Sulla fauna e’ come se continuassimo a prelevare soldi in banca senza preoccuparci dell’estratto conto – conclude Sara Fioravanti - : non si effettuano regolari censimenti sulla fauna, ne’ è conosciuta l’entità del prelievo. Alcune stime elaborate sull’impatto dell’attivita’ venatoria in Italia e basate sul numero di cacciatori, sulla durata del periodo di caccia, sulle specie cacciabili parlano di una cifra che oscillilla tra i 100 e i 250 milioni di animali uccisi ogni anno. In questa situazione le preaperture sono una licenza di massacro per la fauna in Italia, che lo Stato dovrebbe invece tutelare”.

www.wwf.it

1 settembre 2004

 
                               

 

     

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