Agenzia di Stampa

Anno 2 Numero 84 Mercoledì 12.11.03

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Direttore Responsabile Guido Donati

   

FAI                     GREENPEACE                 WWF  

SOTTOMARINO INCAGLIATO NELLA SECCA DEI MONACI:
FAI, GREENPEACE E WWF CHIEDONO VERIFICA URGENTE 
SUI RISCHI AL MINISTERO AMBIENTE

www.wwf.it 

L’incidente del sommergibile nucleare americano all’Arcipelago della Maddalena ripropone il tema della compatibilità di attività e presenze potenzialmente molto pericolose nelle aree sensibili del mar Mediterraneo.
L’Arcipelago della Maddalena, oggi Parco Nazionale, è riconosciuto a livello internazionale come area particolarmente sensibile per la Convenzione di Barcellona. L’arcipelago della Maddalena, inoltre, è all’interno delle Bocche Bonifacio su cui c’è una competenza territoriale sia dello stato italiano che dello stato francese. 

Aver allontanato da queste aree straordinarie, vere e proprie perle del Mediterraneo, il traffico delle petroliere e delle chimichiere battenti bandiera italiana e francese per poi accettare la permanenza di sommergibili a propulsione nucleare, e con armi nucleari strategiche, rappresenta un pericolo costante per l’ambiente e per le popolazioni che vivono in quest’area. Fai, Greenpeace e WWF chiedono, dunque, che il Ministero dell’Ambiente avvii procedure urgenti di analisi delle acque e dei sedimenti circostanti il luogo dell’incidente per verificare le possibilità di presenza di sostanze radioattive che potrebbero essere stare rilasciate dal motore a propulsione nucleare del sottomarino in seguito all’urto con gli scogli. Infatti, tutti i sottomarini di stanza alla base americana della Maddalena sono equipaggiati con questo tipo di motore. è facile immaginare quali sarebbero state le disastrose conseguenze in caso di danni agli impianti di propulsione nucleare del sottomarino.

Risulta estremamente difficile oggi valutare le conseguenze di quanto è successo, ma appare chiaro che il riscontro di eventuali conseguenze dell’incidente non può essere lasciato alle sole analisi della Marina Americana. Il fatto, poi, che la notizia dell’incidente sia rimbalzata dalla sede della Sesta Flotta solo per via del licenziamento del Comandante e del Commodoro del sommergibile, farebbe pensare che in passato le autorità americane siano riuscite a mantenere segreta la dinamica di analoghi incidenti di cui più volte si è parlato e che nessuno ha mai confermato per via del “segreto militare”. Ormai la Sardegna sta pagando a caro prezzo la presenza delle servitù militari sul proprio territorio, senza che da queste scaturiscano reali prospettive di sviluppo per le comunità che le ospitano e con un sempre crescente rischio per l’ambiente e le persone che vivono nelle aree circostanti. A dimostrarlo sono anche gli ultimi casi verificatisi nelle vicinanze del poligono militare di Perdasdefogu (NU) dove alcuni missili impazziti sono caduti nelle campagne e sulle spiagge. Anche in quei casi, solo per miracolo si è sfiorata la tragedia.

   
   

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