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Anno 3 Numero 130

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Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Ballerine le soglie di tolleranza del radon

In Francia un decreto governativo ha obbligato le scuole, gli ospedali, le case di riposo, gli stabilimenti termali e le prigioni di diverse Regioni ad effettuare misurazioni sulle emissioni di radon all’interno degli edifici. Si stima che questo gas radioattivo, proveniente dalla decomposizione dell’uranio e presente soprattutto nel sottosuolo granitico, vulcanico e sismico, provochi in Francia 3000 tumori al polmone l’anno. A volte fuoriesce anche dagli stessi materiali edili, come il tufo. Il decreto francese prevede che se risulterà un livello di radon compreso fra 400 e 1000 becquerel per metro cubo di aria, i responsabili degli edifici dovranno provvedere a una frequente ventilazione degli interni. Se il livello supera i 1000 becquerel, dovranno essere attuati provvedimenti più complessi.
In Italia un decreto legislativo del 2000 (n. 241) prevede l’effettuazione di controlli del radon nelle scuole, nei luoghi di lavoro e negli uffici pubblici situati sottoterra o al piano seminterrato, ma non si ha notizia di tali controlli. Il decreto stabilisce anche che, entro il 2006, le Regioni dovranno individuare quali zone geografiche presentano caratteristiche tali da richiedere controlli anche per gli ambienti in superficie. Le Regioni con la concentrazione più alta di radon sono il Lazio, la Lombardia ed il Friuli Venezia Giulia. L’Organizzazione mondiale della sanità, definendo il radon un serio problema sanitario, lo inserisce tra gli agenti cancerogeni nel gruppo 1 e lo mette al secondo posto come causa di tumori al polmone, dopo il fumo.
Come unità di misura per determinare il grado di concentrazione di radon nell’ambiente, viene utilizzato il bq/m3 (becquerel per metro cubo) ossia il numero di disintegrazioni nucleari per ogni secondo e per ogni metro cubo d’aria. In Italia, non esistendo valori di riferimento, superati i quali i danni alla salute possono essere molto gravi, si adottano quelli stabiliti dalla Comunità europea, che raccomanda come valori da non superare 400 bq/m3 per le abitazioni e tra 500 e 1000 bq/m3 per gli ambienti di lavoro. Però c’è una raccomandazione dell’Euraton (n. 143/90) che ha fissato una soglia di tolleranza di 200 becquerel per metro cubo, mentre secondo l’Agenzia americana per l’ambiente (EPA) la concentrazione tollerabile è fino a 148 becquerel per metro cubo, oltre la quale sono consigliabili opere di bonifica. Evidentemente non vi sono idee chiare e concordi sulla soglia di tolleranza.
Comunque, in Italia, tra gli anni 1989-1996 è stata realizzata un’indagine su 5000 abitazioni promossa dall’Istituto superiore di sanità e dalla Agenzia nazionale protezione ambientale. Il valore medio di radon è risultato di 75 becquerel/mc, ma nell’1 per cento delle abitazioni superava i 400 becquerel e nel 4 per cento superava i 200 becquerel. Sul supplemento ordinario n. 252 alla Gazzetta Ufficiale del 27 novembre 2001 sono state così pubblicate le “Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati” (che sono anche le case), ove si tratta anche del radon: c’è una tabella contenente una stima di 1500-6000 decessi l’anno dovuti a tumore al polmone causato dal radon. Per tale motivo, è stato avviato un “piano nazionale radon” che le linee-guida definivano “in fase avanzata di elaborazione”.
Chi volesse misurare direttamente l’eventuale presenza di radon nella sua abitazione può comprare i “rivelatori passivi”: si tratta di pellicole sensibili che si scalfiscono quando sono colpite dalle radiazioni. Il numero delle tracce presenti sulla pellicola, in funzione della superficie e del periodo di esposizione, fornisce una buona indicazione della concentrazione di radon nell’ambiente. Vi sono anche “rivelatori attivi” costituiti da dispositivi elettronici che danno risultati più precisi, ma per l’istallazione occorre chiamare una ditta specializzata, che eventualmente può rilasciare all’abitazione il certificato “radon-free”.

Unione Nazionale Consumatori

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Nucleare Radioprotezione

Roma, 29 settembre 2004
 
                               

 

     

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