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Anno 4 Numero 161

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Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Disponibile su internet una "Guida al radon"


Secondo una ricerca effettuata dall’APAT (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici) in collaborazione con la regione Lazio, è Pomezia la città italiana con una delle più alte percentuali di inquinamento da radon. La presenza di questo gas radioattivo, altamente dannoso per la salute (dopo il fumo è la prima causa di tumore al polmone), è diffusa pure nel resto d’Italia con concentrazioni anche molto considerevoli. Per conoscere meglio il radon e la sua pericolosità e per scoprire come si effettua una rilevazione della sua presenza nelle abitazioni, è disponibile una “Guida al radon” sul sito www.radon.it Nonostante la scoperta della pericolosità del radon (elemento radioattivo che deriva dai sali di radio e che si forma in seguito alla disintegrazione dell’uranio) fosse conosciuta già alla fine dell’ottocento, le prime rilevazioni nelle abitazioni di questo gas furono effettuate solo alla metà degli anni cinquanta in Svezia senza però suscitare grande interesse. Bisogna arrivare agli anni ottanta per assistere ad una diffusione su larga scala di studi mirati ad individuare la reale pericolosità di questo gas radioattivo. E’ solo nel 1990, però, che la Commissione Europea con la raccomandazione 143/90 “Euratom” ha sottolineato la vastità e la gravità del problema per la salute pubblica determinando i valori soglia di concentrazione del radon. In ogni caso la raccomandazione europea non ha forza di legge per cui i valori soglia sono solo un’indicazione consigliata e non imposta. Nella legislazione italiana il concetto di radioattività naturale è stato introdotto per la prima volta nel 2000 dal decreto legislativo 241/2000 che stabilisce quali siano i valori limite di concentrazione del radon, riferendosi però, solo agli ambienti di lavoro ed agli uffici pubblici. Gli ambienti residenziali, perciò, restano ancora fuori da qualsiasi controllo normativo.

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Nucleare Radioprotezione



Roma, 6 maggio 2005

 
                               

 

 

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