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Diagnosi al silicio:
è nata la nuova generazione di ecografi
Fotografie tridimensionali degli organi umani e degli embrioni dei
futuri bebè. E’ quanto promettono le nuove apparecchiature ecografiche
al silicio nate nei laboratori dell’Istituto di fotonica e
nanotecnologie del Cnr di Roma. Strumenti in grado di assicurare
diagnosi più sicure ed economiche
www.cnr.it
Roma, 12 dicembre 2003 - Immagini tridimensionali di elevata qualità e
alla portata di tutti, in grado di evidenziare singoli organi umani e la
loro conformazione e identificare così anomalie o patologie nel giro di
pochi secondi. Sono i risultati ottenuti dalle nuove apparecchiature
ecografiche al silicio nate dalla collaborazione, nell'ambito del
progetto europeo Eureka Umic, tra ricercatori dell'Istituto di fotonica
e nanotecnologie del Cnr, del dipartimento di Ingegneria elettronica
dell’università di Roma tre e della società Esaote. “Siamo riusciti a
ottenere immagini ecografiche di organi del corpo umano utilizzando una
sonda completamente innovativa realizzata mediante tecniche di
microlavorazione del silicio del tutto simili a quelle impiegate nella
microelettronica”, spiega Vittorio Foglietti, coordinatore del team di
ricerca dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr di Roma. Gli
ecografi attuali impiegano sonde, elementi che inviano e ricevono
ultrasuoni, fatte di ceramiche piezoelettriche. Il prototipo realizzato,
invece, adopera il silicio in sostituzione dei materiali ceramici,
consentendo prestazioni più ampie rispetto a quelle tradizionali.
“Questa nuova tecnologia”, prosegue Foglietti, “permette di lavorare su
una banda di frequenze acustiche più ampia con un utilizzo più proficuo
dei mezzi di contrasto e offre la possibilità di elaborare il segnale a
bordo della sonda stessa facilitando applicazioni come appunto le
ecografie tridimensionali. A tutto ciò si aggiunga il notevole vantaggio
economico perché si sostituisce il materiale ceramico con il silicio,
materiale molto meno costoso”.
La sonda ha una superficie attiva di due cm2 in cui sono allocate circa
centomila microcelle vibranti in silicio le quali, sfruttando le loro
dimensioni micrometriche, presentano caratteristiche migliori in termini
di frequenza e di banda.
Piccoli granelli di sabbia dunque non solo per computer, cellulari o
satelliti ma anche per ottenere affascinanti e importanti immagini del
futuro bebè da regalare poi, come foto ricordo, a mamma e papà.
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