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Associazione per i diritti degli
utenti e consumatori
Sperimentazione pillola abortiva RU486
Meglio tardi che mai. Ma non basta:
dall'abisso di carenza di civiltà giuridica e scientifica si deve
subito passare ad una generalizzazione. Una petizione da firmare
online
Dopo due anni di stazionamento al ministero della
Salute, per l'ospedale S.Anna di Torino e' arrivata l'autorizzazione per
praticare in via sperimentale l'aborto farmacologico, con la pillola RU486.
Da ottobre 400 donne potranno praticare l'interruzione di gravidanza con
questo sistema che e' in vigore da decenni in quasi tutta Europa, e su cui,
e' bene essere molto chiari, non esiste alcun divieto da alcuna parte nelle
nostre norme: l'unico ostacolo e' che si tratta di un farmaco non
autorizzato alla commercializzazione. Tutto qui.
E' sintomatico che questa decisione viene presa alcuni giorni dopo che in
Francia, governata dal centro-destra, e' stata modificata la legge nazionale
sull'aborto, consentendone la pratica con la pillola RU486 anche a
domicilio. Questo per avere il quadro della situazione e tutti gli elementi
che, a chi ancora non l'avesse capito, facciano intendere la voragine di
ritardo che il nostro Paese ha sulla materia. Perche' qui non si tratta di
essere pro o contro l'aborto, ma di far si' che una pratica medica prevista
dalla legge possa essere messa in opera nel modo meno violento e piu'
indolore per chi decide di accedervi: cioe' civilta' giuridica e
scientifica.
E diciamolo apertamente.
Questa sperimentazione e' stata, e continua ad
essere, solo una scusa per prendere tempo, da parte di chi ha remore
ideologiche nei confronti dell'aborto e, per questo, cerca di rendere piu'
difficile questo intervento onde scoraggiare le donne a ricorrervi. Cioe'
viene usata la propria ideologia per applicare nel modo peggiore le leggi
dello Stato. Infatti, che motivo c'e' di sperimentare, visto che da decine
anni e' prassi quotidiana in moltissimi Paesi della Ue, negli Usa e in buona
parte degli Stati del mondo cosiddetto occidentale, e non solo? Non bastava
mandare un osservatore del ministero della Salute in Francia, o negli Usa o
in Gran Bretagna, e prendere atto della realta' e dei vantaggi?
Evidentemente l'intento di chi ha anche fatto aspettare due anni per
l'autorizzazione alla sperimentazione, non e' solo scientifico, ma
essenzialmente ideologico e politico .... facendo sempre pagare gli utenti
del servizio sanitario.
Come ovviare? Chiediamo che ogni ospedale d'Italia, attraverso le strutture
sanitarie regionali ovviamente, faccia come il S.Anna di Torino. A questo
punto crediamo che non ci sara' alcuna scusa per far aspettare due anni.
Intanto invitiamo a firmare la nostra petizione che chiede l'introduzione
della pillola RU486, a questo indirizzo telematico, dove ci sono anche tutte
le informazioni del caso:
http://www.aduc.it/dyn/ru486
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
www.aduc.it
Firenze, 28 Luglio 2004
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