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Anno 3 Numero 143

info@agenziastampa.org

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Direttore UNICEF: occorre riunire subito i bambini alle loro famiglie. In Italia la raccolta fondi per i programmi UNICEF già oltre 2 milioni di euro

I bambini orfani o separati dalle famiglie a seguito del maremoto che ha colpito i paesi attorno all’Oceano Indiano hanno un bisogno immediato di cura e sostegno, ribadisce l’UNICEF. Anche se ancora non si dispone di una stima attendibile, il numero di bambini rimasti soli è nell’ordine delle migliaia e da ogni regione giungono storie di piccoli che hanno vissuto esperienze terribili. “E’ difficile riuscire a immaginare la paura, la confusione e la disperazione di bambini che hanno visto onde enormi spazzare via tutto il loro mondo e scagliare cadaveri sulle spiagge”, ha detto il Direttore generale dell’UNICEF, Carol Bellamy. “I bambini hanno perso ogni tratto della vita che conoscevano: genitori, parenti, amici, case, scuole e villaggi. Hanno un bisogno disperato di aiuto.” Bambini come Tamarashi, una ragazzina tredicenne di un villaggio della costa indiana, trovata dai soccorritori dopo tre giorni trascorsi aggrappata a una palma da cocco. Tamarashi, che dalla finestra della cucina ha visto padre e madre spazzati via dall’onda, è sopravvissuta ma non fa altro che piangere e chiedere perché anche lei non è stata portata via con i suoi genitori.
In tutta la regione colpita gli operatori del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia stanno lavorando con le autorità locali e le organizzazioni non governative per individuare i bambini rimasti soli, ricongiungerli ai genitori o ad altri loro familiari e dare loro l’assistenza necessaria. “Il posto dei bambini è in famiglia, non negli istituti” sottolineato il Direttore generale UNICEF, ricordando che nella regione la grande famiglia allargata è la norma, e quindi anche per i bambini orfani è in linea di massima possibile contare su zii, cugini o altri parenti, oltre che sulla solidarietà e accoglienza della comunità locale. Occorre aiutare il processo spontaneo già in atto di affidamento a parenti o vicini di casa dei piccoli rimasti soli, ha sottolineato Bellamy, sostenendo le famiglie e le comunità locali con ogni mezzo disponibile e anche fornendo assistenza per il recupero psico-sociale dei piccoli traumatizzati.
Bellamy ha espresso apprezzamento per la generosità della gente che, in tutto il mondo, chiede di adottare i bambini colpiti dallo tsunami, ma ha sottolineato che adozioni affrettate durante le emergenze non rispondono all’interesse prioritario dei bambini: “Non possiamo dare per scontato che tutti i bambini che non riescono a trovare i loro genitori abbiano perso l’intera famiglia. Ci sono ovunque genitori, zii, cugini alla disperata ricerca dei loro figli e nipoti, e dobbiamo fare ogni sforzo per favorire la riunificazione dei bambini alle famiglie, prima di poter considerare la possibilità di adozioni”. E anche per i bambini rimasti orfani, ha sottolineato, l’opzione migliore è l’adozione nell’ambito della famiglia allargata o della comunità locale.
L’UNICEF, già presente con propri programmi e operatori in tutti i paesi della regione, sin dal 26 dicembre ha avviato la distribuzione dei primi soccorsi in Sri Lanka, Tamil Nadu, Indonesia e in tutti i paesi e le regioni colpiti, con materiali per la purificazione dell’acqua, abiti, coperte e medicinali (www.unicef.it per i dettagli dei soccorsi nei giorni scorsi). Dal 31 dicembre inoltre l’UNICEF:
• Opera con le autorità locali e i leader religiosi per creare 30 centri comunitari per i bambini nei campi sfollati delle regioni dell’Indonesia più colpite (Aceh e Nord di Sumatra).
• Ha inviato in Thailandia 10 team di pediatri e infermiere specializzati per fornire sostegno psicologico ai bambini traumatizzati, oltre a sostenere in due distretti network di volontari locali formati dall’UNICEF per la protezione dei diritti dei bambini, che stanno collaborando all’identificazione dei bambini che hanno bisogno di assistenza specifica.
• Ha avviato su vasta scala nei campi per sfollati dell’India meridionale la sistemazione di impianti igienici per prevenire la diffusione di malattie, nonché un programma di informazione a tappeto sull’uso corretto delle compresse di cloro per potabilizzare l’acqua e dei sali reidratanti per contrastare le diarree infantili.

In Italia continua ad aumentare il sostegno ai programmi dell’UNICEF, con contributi che oggi hanno già superato, in base ai primi dati disponibili, i due milioni di euro: oltre 400.000 euro già raccolti grazie all’iniziativa UNICEF-L’Espresso-La Repubblica (che coinvolge tutte le testate e le radio del gruppo), cui andranno aggiunti 500.000 euro stanziati direttamente dal gruppo editoriale, e più di un milione di euro raccolti sui conti correnti postali e bancari dell’UNICEF e con donazioni online o via telefono. Inoltre l’UNICEF Italia ha già inviato, dai propri fondi di emergenza, un primo contributo di un milione di euro per i programmi immediati. In tutta Italia si moltiplicano le iniziative di raccolta fondi organizzate dai volontari dei Comitati provinciali per l’UNICEF, mentre da ieri anche i quotidiani La Nazione, Il Resto del Carlino e Il Giorno hanno avviato una raccolta fondi per l’UNICEF, così come varie radio del circuito RDS.

Per contribuire ai soccorsi:
• cc postale 745.000, intestato UNICEF Italia, causale “emergenza maremoto”
• cc bancario 000000505010, intestato UNICEF Italia, Banca Popolare Etica, CIN M, ABI 05018, CAB 12100, causale “emergenza maremoto”.
• Per donazioni con carta di credito, numero verde 800.745.000 o sito web www.unicef.it
• cc postale 995522, intestato UNICEF Italia, causale “UNICEF-La Repubblica, Un aiuto subito per i bambini dell’Asia”
• cc bancario 008940000231, intestato UNICEF Italia, Banca Intesa, CIN J, ABI 03069, CAB 05063, causale “UNICEF-La Repubblica, Un aiuto subito per i bambini dell’Asia”.

www.unicef.it
www.unicef.org

Roma/New York, 1 gennaio 2004
 
                               

 

 

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