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Direttore UNICEF: occorre riunire subito i bambini alle loro
famiglie.
In Italia la raccolta fondi per i programmi UNICEF già oltre 2
milioni di euro
I bambini orfani o separati dalle famiglie a seguito del maremoto
che ha colpito i paesi attorno all’Oceano Indiano hanno un bisogno
immediato di cura e sostegno, ribadisce l’UNICEF. Anche se ancora
non si dispone di una stima attendibile, il numero di bambini
rimasti soli è nell’ordine delle migliaia e da ogni regione giungono
storie di piccoli che hanno vissuto esperienze terribili. “E’
difficile riuscire a immaginare la paura, la confusione e la
disperazione di bambini che hanno visto onde enormi spazzare via
tutto il loro mondo e scagliare cadaveri sulle spiagge”, ha detto il
Direttore generale dell’UNICEF, Carol Bellamy. “I bambini hanno
perso ogni tratto della vita che conoscevano: genitori, parenti,
amici, case, scuole e villaggi. Hanno un bisogno disperato di
aiuto.” Bambini come Tamarashi, una ragazzina tredicenne di un
villaggio della costa indiana, trovata dai soccorritori dopo tre
giorni trascorsi aggrappata a una palma da cocco. Tamarashi, che
dalla finestra della cucina ha visto padre e madre spazzati via
dall’onda, è sopravvissuta ma non fa altro che piangere e chiedere
perché anche lei non è stata portata via con i suoi genitori.
In tutta la regione colpita gli operatori del Fondo delle Nazioni
Unite per l’infanzia stanno lavorando con le autorità locali e le
organizzazioni non governative per individuare i bambini rimasti
soli, ricongiungerli ai genitori o ad altri loro familiari e dare
loro l’assistenza necessaria. “Il posto dei bambini è in famiglia,
non negli istituti” sottolineato il Direttore generale UNICEF,
ricordando che nella regione la grande famiglia allargata è la
norma, e quindi anche per i bambini orfani è in linea di massima
possibile contare su zii, cugini o altri parenti, oltre che sulla
solidarietà e accoglienza della comunità locale. Occorre aiutare il
processo spontaneo già in atto di affidamento a parenti o vicini di
casa dei piccoli rimasti soli, ha sottolineato Bellamy, sostenendo
le famiglie e le comunità locali con ogni mezzo disponibile e anche
fornendo assistenza per il recupero psico-sociale dei piccoli
traumatizzati.
Bellamy ha espresso apprezzamento per la generosità della gente che,
in tutto il mondo, chiede di adottare i bambini colpiti dallo
tsunami, ma ha sottolineato che adozioni affrettate durante le
emergenze non rispondono all’interesse prioritario dei bambini: “Non
possiamo dare per scontato che tutti i bambini che non riescono a
trovare i loro genitori abbiano perso l’intera famiglia. Ci sono
ovunque genitori, zii, cugini alla disperata ricerca dei loro figli
e nipoti, e dobbiamo fare ogni sforzo per favorire la riunificazione
dei bambini alle famiglie, prima di poter considerare la possibilità
di adozioni”. E anche per i bambini rimasti orfani, ha sottolineato,
l’opzione migliore è l’adozione nell’ambito della famiglia allargata
o della comunità locale.
L’UNICEF, già presente con propri programmi e operatori in tutti i
paesi della regione, sin dal 26 dicembre ha avviato la distribuzione
dei primi soccorsi in Sri Lanka, Tamil Nadu, Indonesia e in tutti i
paesi e le regioni colpiti, con materiali per la purificazione
dell’acqua, abiti, coperte e medicinali (www.unicef.it per i
dettagli dei soccorsi nei giorni scorsi). Dal 31 dicembre inoltre
l’UNICEF:
• Opera con le autorità locali e i leader religiosi per creare 30
centri comunitari per i bambini nei campi sfollati delle regioni
dell’Indonesia più colpite (Aceh e Nord di Sumatra).
• Ha inviato in Thailandia 10 team di pediatri e infermiere
specializzati per fornire sostegno psicologico ai bambini
traumatizzati, oltre a sostenere in due distretti network di
volontari locali formati dall’UNICEF per la protezione dei diritti
dei bambini, che stanno collaborando all’identificazione dei bambini
che hanno bisogno di assistenza specifica.
• Ha avviato su vasta scala nei campi per sfollati dell’India
meridionale la sistemazione di impianti igienici per prevenire la
diffusione di malattie, nonché un programma di informazione a
tappeto sull’uso corretto delle compresse di cloro per potabilizzare
l’acqua e dei sali reidratanti per contrastare le diarree infantili.
In Italia continua ad aumentare il sostegno ai programmi
dell’UNICEF, con contributi che oggi hanno già superato, in base ai
primi dati disponibili, i due milioni di euro: oltre 400.000 euro
già raccolti grazie all’iniziativa UNICEF-L’Espresso-La Repubblica
(che coinvolge tutte le testate e le radio del gruppo), cui andranno
aggiunti 500.000 euro stanziati direttamente dal gruppo editoriale,
e più di un milione di euro raccolti sui conti correnti postali e
bancari dell’UNICEF e con donazioni online o via telefono. Inoltre
l’UNICEF Italia ha già inviato, dai propri fondi di emergenza, un
primo contributo di un milione di euro per i programmi immediati. In
tutta Italia si moltiplicano le iniziative di raccolta fondi
organizzate dai volontari dei Comitati provinciali per l’UNICEF,
mentre da ieri anche i quotidiani La Nazione, Il Resto del Carlino e
Il Giorno hanno avviato una raccolta fondi per l’UNICEF, così come
varie radio del circuito RDS.
Per contribuire ai soccorsi:
• cc postale 745.000, intestato UNICEF Italia, causale “emergenza
maremoto”
• cc bancario 000000505010, intestato UNICEF Italia, Banca Popolare
Etica, CIN M, ABI 05018, CAB 12100, causale “emergenza maremoto”.
• Per donazioni con carta di credito, numero verde 800.745.000 o
sito web
www.unicef.it
• cc postale 995522, intestato UNICEF Italia, causale “UNICEF-La
Repubblica, Un aiuto subito per i bambini dell’Asia”
• cc bancario 008940000231, intestato UNICEF Italia, Banca Intesa,
CIN J, ABI 03069, CAB 05063, causale “UNICEF-La Repubblica, Un aiuto
subito per i bambini dell’Asia”.
www.unicef.it
www.unicef.org
Roma/New York, 1 gennaio 2004
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