di Paola Franz
Bhopal, India nella notte tra il 2 e il 3
dicembre 1984 dalla fabbrica di pesticidi della Union Carbide India
Ltd, fuoriuscirono 36 tonnellate di gas letale. Tra i gas vi furono
l'isocianato di metile, il cianuro di idrogeno e altre sostanze
tossiche.
A tre giorni dal
disastro si stimò che almeno 8.000 persone erano morte a causa
dell'esposizione ai gas, 180.000 si ammalarono e 520.000 sono state
esposte nel tempo ai gas e ai contaminanti residui.
Questo incidente
rappresenta, ad oggi, il peggior disastro chimico del mondo,
finora non si sa il numero esatto dei morti.
La Union Carbide negli anni settanta
istallò una fabbrica per la produzione di pesticidi.
Fra i prodotti
intermedi vi era l'isocianato di metile che si formava durante la
fabbricazione, esso è altamente tossico e molto reattivo e
polimerizza in presenza di determinati reattivi come ferro e
cloruro.
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Produzione di fosgeno
Produzione di
cloruro di metilcarbamilo a partire dal fosgeno
in fase di
vapore e metilamina e
cloruro di idrogeno
COCl2 + CH3NH2 --> CH3NHCOCl + HCl + calore
Pirolisi per
ottenere l'isocianato di metile
CH3NHCOCl --------> CH3NCO + HCl
Separazione per distillazione
dell'isocianato
di metile
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L'isocianato prodotto
veniva immagazzinato in due depositi per uso normale (610 e 611) e
un terzo di emergenza (619). I depositi cilindrici avevano una
capacità nominale di 57 metri cubi (13 metri di larghezza per 2.43
metri di diametro) con una pressione di progettazione di 2.72 bar a
121 °C con pressione di prova di 4 bar. Erano completamente
interrati e ricoperti da cemento. Vi era anche un sistema di
raffreddamento per mantenere l'isocianato a 0°C e vi erano sistemi
di sicurezza per mantenere la temperatura e la pressione (0.14 e 1.7
bar). Il sistema di allarme di emergenza consisteva in una valvola
di sicurezza a 2.8 bar e un disco di rottura in serie. Vi erano
anche sistemi per inviare l'isocianato, in caso di fuoriuscita, ad
un sistema di lavaggio dei gas. Nel 1982 una equipe di controllo
della Union Carbide segnalò importanti deficienze del sistema di
sicurezza, corrosioni e possibili fughe di gas. Tra il 1981 e l'84
vi furono vari incidenti gravi con diversi lavoratori morti e
feriti. La situazione era preoccupante.
La notte del 2
dicembre la sala di controllo notò un aumento di pressione nel
deposito 610 che raggiunse in un'ora e mezza 3.8 bar, si alzò la
temperatura e si aprì la valvola di sicurezza dalla quale fuoriuscì
l'isocianato di metile che venne
mandato al sistema di lavaggio. All'una di notte del 3 dicembre
scattò l'allarme. Il sistema di lavaggio risultò insufficiente e
alle 2 si richiuse la valvola di sicurezza e si bloccò la
fuoriuscita dell'isocianato. Comunque erano fuoriuscite 36
tonnellate di gas di cui 26 tonnellate di isocianato di metile. La
temperatura all'interno del deposito arrivò a 200°C e la pressione a
12.2 bar ma per fortuna le protezioni esterne del deposito ressero e
non fuoriuscì il resto del gas.
In seguito fu
dimostrato che ben sei sistemi di sicurezza preposti a prevenire le
fughe di gas, risultarono disconnessi, inadeguati o corrosi, vi
furono una serie di fattori che contribuirono all'incidente:
-
il sistema di
refrigerazione disconnesso che avrebbe portato la temperatura
dell'isocianato di metile a 15-20 °C
-
nel deposito vi
era una quantità di cloroformio pari al 15% contro un massimo
consentito dello 0.5%
-
nel deposito
vi
era la presenza di
una gran quantità di acqua proveniente dal sistema di lavaggio
che non era munito delle adeguate valvole di blocco. L'acqua
avrebbe prodotto una reazione con l'eccesso di cloroformio a
formare acido cloridrico che a sua volta avrebbe funzionato da
catalizzatore nella polimerizzazione dell'isocianato di metile
-
inadeguato sistema di lavaggio del
gas
-
altri sistemi di sicurezza erano
fuori servizio
La nube tossica che si
formò, grazie ad un leggero vento che spirava verso sud e condizioni
di inversione termica, avvolse la città di Bhopal che contava allora
800.000 abitanti. La prima zona colpita fu quella di Railway Colony
a 2 Km dalla Union Carbide dove vivevano 10.000 persone dopo 4
minuti morirono 150 persone, 200 rimasero paralizzate, 600 persero
coscienza e 5.000 subirono gravissimi danni.
A Bhopal i gas
bruciarono gli occhi e le vie respiratorie delle persone esposte,
entrarono nel sistema circolatorio e danneggiarono tutti gli organi
interni. 2.500 persone morirono subito, alcuni nel letto altri
strisciarono fuori di casa e morirono in strada altri in ospedale.
Molti di quelli che sopravvissero a quella giornata subirono danni
respiratori che li fecero morire nei giorni successivi. I danni per
i sopravvissuti furono di tipo neurologico, immunitario,
muscolo-scheletrico, riproduttivo con nascite di bimbi malformati.
Senza dubbio la notte del disastro fu solo l'inizio
di una tragedia che prosegue ancora oggi. La Union Carbide
abbandonò il sito e una gran quantità di veleni contaminarono le
falde acquifere che la popolazione continuò ad utilizzare. È stato
stimato che ogni mese muoiono 10-15 persone a causa delle patologie
legate all'esposizione ai gas tossici. Oggi sopravvivono più di
150.000 persone con patologie croniche e una seconda generazione di
bambini paga le conseguenze di questa contaminazione; inoltre
520.000 persone esposte ai gas presentano sostanze tossiche nel
sangue.
Una delle sequele che maggiormente colpiscono le donne vittime della
tragedia è il
Cancro del collo
dell'utero
Nel 1999 la Union
Carbide abbandonò la fabbrica lasciando una enorme quantità di
sostanze pericolose e alla popolazione una fornitura di acqua
contaminata e un'eredità tossica che ancora oggi crea danni.
L'industria pagò un prezzo inadeguato. In seguito la Union Carbide
si fuse con la multinazionale Dow Chemical, da questa fusione la Dow
Chemical ereditò gli utili e i costi del danno di Bhopal, ma non la
responsabilità morale del disastro. |