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Anno 5 Numero 201

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Direttore Responsabile Guido Donati

 

L'eritema pernio, meglio conosciuto come gelone: una reazione eccessiva al freddo intenso

 

Dr. Guido Donati - Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia e Venereologia

di Guido Donati*

L'eritema pernio, comunemente conosciuto con il nome di gelone, è una patologia che compare per una reazione eccessiva all’esposizione continua a temperature  fredde superiori a quelle che determinerebbero il congelamento, e un successivo passaggio al caldo; si presenta soprattutto quando vi sono disturbi circolatori. Colpisce, prevalentemente, le zone distali del nostro corpo: piedi (soprattutto superficie plantare e talloni), mani (specialmente sul dorso delle falangi prossimali delle dita), si può anche osservare nelle narici e nelle orecchie, zone dove si fa più marcata la disfunzione circolatoria. Si manifesta con una tumefazione con reazione infiammatoria; i tessuti, traumatizzati dallo shock termico, presentano, nelle 12-24 ore successive all'esposizione, eritema cutaneo, vesciche, noduli, papule e macule.

I sintomi iniziali sono intorpidimento, formicolio, bruciore, perdita momentanea della sensibilità; all'esposizione al calore, la zona colpita prende un colore cianotico (violaceo) e poco a poco aumentano il prurito e il dolore; è importante non grattare la zona interessata, questo provocherebbe una maggiore irritazione, rafforzando i sintomi della lesione provocando delle ulcere infette. Via via la tumefazione diviene più accentuata, la pelle è ipersensibile e si formano piccole vesciche per travaso dei capillari linfatici; nei casi più gravi le ulcere possono aprirsi con possibilità di infezione e perdita di sostanza.

Perchè si presenti questo disturbo è necessario, oltre l'esposizione al freddo, anche la presenza di un fattore costituzionale, come disordini della circolazione periferica, l'anemia, la bassa tonicità muscolare, un ridotto metabolismo basale e ipofunzione ovarica o endocrina, stati di ipo o avitaminosi. Si osserva con maggior frequenza nei bambini, nelle donne e negli anziani con problemi vascolari periferici. Le lesioni generalmente regrediscono in due tre settimane senza lasciare danni di nessun tipo; ma l'eritema pernio può presentarsi in forma cronica in alcune patologie sistemiche (leucemia mielocitica cronica, malattia di Raynaud, lupus eritematoso, ecc), in questi casi i geloni possono durare vari mesi e presentare ricorrenze annuali.

Il freddo umido provoca la contrazione delle arteriole e la conseguente interruzione dell'irrorazione dei capillari periferici; il letto capillare si dilata e la zona congestionata si presenta azzurrognola, tumefatta, compare una sensazione di bruciore; quando il calore aumenta si produce un brusco flusso arteriale dei capillari che provoca un aumento del dolore nella zona colpita.

Il primo suggerimento è quello di prevenire il manifestarsi della malattia, evitando, durante la stagione fredda e umida, di esporsi al freddo intenso e agli sbalzi termici, utilizzare un abbigliamento adatto, coprirsi con vestiti caldi ma non stretti. Preferibilmente si dovrà evitare l'uso di calzature fabbricate con materiali sintetici o stivali di gomma, poiché essi stessi immagazzinano umidità. È importante assicurarsi un apporto di vitamine adeguato consumando molta frutta e verdura e utilizzare preventivamente sostanze naturali che migliorino la circolazione periferica (Centella, Ruscus, ecc.). Le persone che hanno una predisposizione per questo disturbo devono evitare: gli alcolici, la nicotina (Teletermografia: fumo di sigaretta e amputazione termica delle dita), la caffeina, queste sostanze provocano una vasodilatazione iniziale seguita da una vasocostrizione periferica che peggiora l'irrorazione sanguigna. Quando compaiono le lesioni il trattamento potrà essere locale con l'utilizzo di pomate adatte o, nel caso di ulcere, anche sistemico con terapia antibiotica. Se il fenomeno è persistente si debbono ricercare le possibili cause di cui abbiamo parlato all’inizio.


*Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

Dermatologia

 

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Roma, 15 febbraio 2006

 

 

 

 

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