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di Guido Donati*
Il problema della caduta dei capelli
interessa un'area molto vasta della popolazione, si stima, infatti,
che la sola alopecia androgenetica colpisca l'80% degli uomini e il
50% delle donne nell'arco della vita. Il fenomeno non è da
sottovalutare, soprattutto per il grande disagio psicologico che
provoca in chi ne è colpito, va , comunque, affrontato da un punto
di vista prettamente medico. Figura di riferimento per diagnosticare
e curare questo disturbo è il dermatologo (non bisogna mai
dimenticare che la tricologia è una branca della dermatologia). È
importante rivolgersi allo specialista giusto soprattutto perchè è
l'unico in grado di poter fare una diagnosi corretta e differenziata
tra i diversi tipi di alopecia (androgenetica, areata, cicatriziale,
ecc.) affinché venga eseguita una terapia adeguata in ogni specifico
caso.
In questo spazio vogliamo occuparci dell'alopecia androgenetica, che
è la forma più diffusa di perdita di capelli; è ereditaria e dipende
da una particolare sensibilità delle cellule del cuoio capelluto
agli androgeni (ormoni sessuali maschili).
Non bisogna confondere una normale perdita dovuta al ciclo naturale
di vita del capello con l'alopecia, ogni giorno si perdono
fisiologicamente dai 10 ai 50 capelli, in alcuni casi si può
arrivare anche a 100; nell'alopecia vi è un aumento consistente
nella perdita e una riduzione della densità. La caduta del capello è
dovuta ad una progressiva atrofizzazione del bulbo pilifero causata
da una sensibilità locale agli androgeni, quindi anche la caduta dei
capelli avviene in certe aree del cuoio capelluto, piuttosto che in
altre.
Esistono stadi di calvizie diversi stabiliti dalla Scala di
Norwood-Hamilton.
L'evoluzione è generalmente lenta e progressiva ma dipende sempre da
fattori ereditari, in alcune persone in pochi anni si arriva a stadi
avanzati, in altre evolve molto lentamente. Per poter effettuare una
diagnosi precoce e quindi affrontare il problema nel modo giusto al
fine di rallentare il diradamento è bene escludere, tramite
specifici esami sia del sangue che effettuati direttamente sul
capello, tutte le possibili cause esterne che potrebbero portare
alla perdita dei capelli che possono essere di natura ormonale,
malattie internistiche, malattie infettive, micosi o altri disturbi
cutanei, carenze alimentari.
Una volta fatta la diagnosi si può
affrontare la terapia che può essere farmacologica o chirurgica.
Negli stadi iniziali di alopecia la terapia farmacologica è in molti
casi efficace e utile almeno a contenere la caduta, il trattamento
locale più utilizzato ed efficace è il minoxidil; quando lo stadio è
più avanzato e vi sono vaste aree di calvizie l'autotrapianto è una
tecnica risolutiva ed efficace; è necessario che chi si sottopone a
questo tipo di intervento debba avere una crescita di capelli
regolare nella parte posteriore e laterale della testa poiché
proprio da quelle zone verranno presi i capelli da autotrapiantare.
*Medico Chirurgo Specialista in
Dermatologia e Venereologia
Dermatologia
info@guidodonati.it
Roma, 19 gennaio 2006
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