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di Guido Donati*
Nelle donne il problema della calvizie
o alopecia androgenetica è meno diffuso rispetto agli uomini,
interessandone, comunque, una parte consistente,
circa il 50% nell'arco della vita. Dal punto di vista
psicologico produce difficoltà ancora maggiori che per gli uomini e un
deterioramento considerevole della qualità della vita.
Bisogna sempre tener presente che in
condizioni normali si perdono dai 10 ai 50, fino anche
100, capelli al giorno per una naturale caduta fisiologica;
nell'alopecia la perdita aumenta notevolmente portando ad un progressivo
diradamento. Nelle donne l'alopecia è meno evidente, mentre gli
uomini perdono i capelli in zone localizzate, nelle donne la caduta
è più diffusa per cui meno visibile soprattutto nella fase iniziale. Le donne con alopecia androgenetica
generalmente mostrano una preservazione parziale della linea
frontale del capello e un diradamento progressivo della parte
superiore del cuoio capelluto, raramente provoca la
perdita totale dei capelli.
In entrambe i sessi il problema è legato ad una predisposizione
ereditaria sulla quale agiscono gli ormoni maschili: gli androgeni.
Nelle donne questa patologia ha due tappe
critiche correlate a cambiamenti ormonali: il periodo post-parto,
quando il riordinamento ormonale provocato
dalla funzione della procreazione influisce sulla
salute dei capelli, dunque non in maniera permanente. Nei 3-6 mesi
successivi questo cambiamento tende a regolarizzarsi; con l'inizio
della menopausa,
quando c'è un calo della produzione di estrogeni e un aumento degli
androgeni. Altre cause dell'alopecia possono essere: l'ovaio
policistico, l'uso di contraccettivi orali,
anticoagulanti, alcuni farmaci per la pressione, stress, malattie
della tiroide (ipotiroidismo e ipertiroidismo), carenze
nutrizionali.
Nella maggior parte dei casi di alopecia androgenetica femminile
esistono antecedenti familiari di questo tipo di calvizie. Nelle
forme più gravi questo problema inizia nella pubertà quando gli
ormoni sessuali cominciano la loro attività.
I capelli diventano più fini, fragili e corti, come negli uomini però in
zone diverse. Le possibilità di trattamento nelle donne sono minori. Il problema va affrontato dal punto di
vista medico, solo lo specialista giusto può escludere, attraverso
esami generali e analisi locali del capello e del cuoio capelluto,
patologie più importanti che possono essere la causa della caduta e
fare una corretta diagnosi per potere affrontare una terapia mirata.
Inoltre i farmaci utilizzati possono avere effetti collaterali che
devono essere seguiti e supervisionati da un medico. In
nessun caso è raccomandato l'utilizzo di questi medicinali con l'autoprescrizione
o perchè magari ce li ha consigliati l'amico, il farmacista o
l'estetista.
Il minoxidil, approvato per le donne
dalla Food and Drug Administration (FDA) nel 1991 in soluzione al
2%, costituisce il trattamento locale più utilizzato; dà buoni risultati, richiede un uso continuato e
prolungato, però perde presto i suoi effetti alla sospensione. Il minoxidil non deve assolutamente essere utilizzato in donne in
gravidanza o che allattano. In casi particolarmente difficili si può
ricorrere a un intervento chirurgico di
autotrapianto.
*Medico Chirurgo Specialista in
Dermatologia e Venereologia
L'alopecia androgenetica
di Guido Donati
19.01.06
Dermatologia
info@guidodonati.it
Roma, 23 gennaio 2006
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