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MUMMIE.
Sogno di vita eterna
mostra
del Museo Archeologico dell’Alto Adige/Bolzano in cooperazione con
i Musei Reiss-Engelhorn/Mannheim dal 10 marzo al 25 ottobre 2009
Dal 10 marzo al 25 ottobre 2009 al Museo Archeologico dell’Alto
Adige a Bolzano sarà allestita una grande esposizione sulla storia
naturale e la cultura delle mummie. La mostra, intitolata Mummie.
Sogno di vita eterna, è stata ideata dai Musei Reiss-Engelhorn di
Mannheim in Germania. A Bolzano nella mostra sarà integrato
l’Uomo venuto dal ghiaccio e questo renderà l’esposizione nel
capoluogo della nostra provincia unica, poiché la mummia di Ötzi
non può essere trasportata ed esposta al di fuori della cella
frigorifera appositamente ideata.
Saranno esposti oltre 60 mummie, numerosi reperti e preziosi oggetti
rituali per offrire una panoramica affascinante sul fenomeno della
mummificazione, diffuso in tutto il mondo e lungo l’intero arco
della storia dell’uomo. Si potranno toccare i diversi ambienti
naturali e le differenti civiltà, dai dinosauri a Ötzi,
dall’antico Egitto ai giorni nostri.
La mostra è stata concepita ed elaborata dai Musei Reiss-Engelhorn
di Mannheim in Germania. L’idea di proporre questa esposizione è
nata da una scoperta sensazionale fatta nei depositi dei Musei
Reiss-Engelhorn durante alcuni lavori di ristrutturazione: nel 2004
furono trovate ben venti mummie di varia provenienza e mai esposte
prima di allora. I libri d’inventario non contenevano che poche
frammentarie informazioni in merito, alcuni reperti risultavano
addirittura classificati come perdite di guerra. Grazie ad un
accurato lavoro di ricerca è stato possibile approfondire la
provenienza di queste mummie.
Per la mostra, che si estenderà su una superficie di oltre 1.000
m2, il Museo Archeologico sarà completamente riallestito: ad
eccezione del piano che ospita l’Uomo venuto dal ghiaccio,
l’esposizione permanente lascerà temporaneamente il posto alle
mummie. Ötzi, una delle mummie più importanti al mondo, sarà il
cuore di questa mostra.
All’interno del museo si potranno vedere mummie umane e animali
provenienti da tutti i continenti, alcune mummificate in condizioni
naturali e trovate in paludi, zone desertiche o ghiacciate, altre
conservate grazie a processi indotti dall’uomo. I preziosi reperti
arriveranno in prestito da rinomati musei europei: dalle
particolarissime mummie di palude a corpi avvolti sapientemente in
bende e deposti in stupendi sarcofagi egizi, dalle più recenti
mummie della cripta di Vàc in Ungheria a quelle appartenenti a
collezioni asiatiche, oceaniche e sudamericane dei musei più
disparati.
Le mummie saranno mostrate nel loro contesto culturale, accompagnate
da installazioni multimediali che racconteranno i risultati
scientifici nel campo dell’antropologia, biochimica, genetica,
patologia, medicina e altre discipline.
Nella parte introduttiva della mostra i visitatori saranno
confrontati esplicitamente con la musealizzazione e la presentazione
delle mummie. In interazione attiva con esperti di etica, sarà
affrontato il tema della morte e del suo significato nel mondo
contemporaneo. Inoltre, il Museo Archeologico dell’Alto Adige
sottolineerà la delicatezza dell’argomento attraverso il contegno
della presentazione, accompagnata da materiale esplicativo specifico
per famiglie e offerte didattiche.
Alla mostra sarà abbinato un programma di visite guidate e di
incontri con esperti di temi collegati. Inoltre lo staff didattico
del museo ha elaborato un pacchetto di offerte incentrato sulla
mostra, diversificato per fasce scolastiche: laboratori scientifici,
percorsi pedagogici e visite guidate a tema per avvicinarsi alle
mummie e ai differenti tipi di mummificazione dal punto di vista
scientifico e culturale.
Il progetto della mostra MUMMIE. Sogno di vita eterna, presentata
dal Museo Archeologico dell’Alto Adige in cooperazione con i Musei
Reiss-Engelhorn di Mannheim, è sostenuto generosamente dalla
Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano.
Approfondimenti sulle mummie e la mummificazione
Perché e in quali condizioni si formano le mummie? Cosa rivelano
sulle condizioni di vita del tempo? Con quali metodi scientifici è
possibile carpire i loro segreti?
La mummificazione
Una mummia si forma quando viene inibito il naturale processo di
decomposizione di un cadavere. Questi corpi strappati al ciclo
naturale possono conservarsi grazie a particolari condizioni
chimiche, fisiche e climatiche, dovute ad eventi naturali oppure
indotte grazie a procedimenti appositamente messi in atto. Si
distingue, appunto, tra mummificazione naturale casuale da un lato e
mummificazione artificiale indotta dall’altro; la seconda prevede
l’utilizzo di tecniche di imbalsamazione o preparazione oppure
l’esposizione consapevole in un ambiente naturale di
mummificazione.
Per lungo tempo il termine mummia è stato riferito esclusivamente
ai corpi imbalsamati nell’antico Egitto. Dopo la campagna
d’Egitto di Napoleone Bonaparte nel 1797-98 scoppiò una vera e
propria egittomania e iniziò anche la ricerca sulle mummie. Oggi si
considerano mummie tutti i cadaveri umani e animali nei quali a
differenza degli scheletri si sono conservate anche parti molli.
Le mummie sono testimoni insostituibili del proprio tempo: i metodi
di ricerca più moderni permettono conclusioni fondate sulle
condizioni di vita, le abitudini alimentari, le malattia e molto
altro.
Ambienti naturali e artificiali
Mummificazione naturale in caverne
Grazie alla temperatura costante e all’umidità dell’aria
invariata, nelle caverne è possibile una mummificazione naturale.
L’oscurità totale pregiudica la proliferazione dei batteri e
rallenta la decomposizione degli organismi morti. La circolazione
dell’aria attraverso pozzi e crepe secca i cadaveri.
Sono state rinvenute mummie in caverne sia in zone desertiche sia in
Siberia. Anche nel clima umido dell’Europa centrale è possibile
una mummificazione naturale per essiccamento.
Mummificazione naturale in zone desertiche
Nelle zone desertiche fredde e calde i corpi si mummificano spesso
in modo naturale. Vento e aria secca sottraggono rapidamente i
liquidi da un organismo morto. La superficie corporea essiccata è
resistente ai batteri e non assorbe nuovi liquidi. La sabbia
desertica, spesso ricca di sale e bicarbonato di sodio, accelera
ulteriormente l’essiccamento. Non sempre le mummie secche si
conservano bene: l’umidità racchiusa all’interno del corpo può
favorire il processo di decomposizione e gli organi si possono
ridurre in polvere.
Mummificazione naturale nel ghiaccio
Nei ghiacciai delle regioni artiche e di alta montagna sono
possibili due diversi processi di mummificazione naturale.
L’elevata umidità e la carenza di ossigeno possono trasformare il
grasso corporeo in adipocera; questa sostanza saponosa avvolge il
corpo e arresta la putrefazione del cadavere. In alternativa,
l’ambiente gelato e secco può sottrarre al corpo l’acqua
cristallizzata e portare all’essiccamento delle parti molli
congelate; in questo caso si parla di mummie umide, ad esempio Ötzi.
Nelle zone perennemente congelate il ghiaccio essicca il terreno in
cui si trova il cadavere e impedisce la decomposizione.
Mummificazione naturale nel sale
Nei deserti e sottoterra si trova sale cristallizzato, che lega
l’acqua. In un ambiente di questo tipo un cadavere si essicca:
viene impedita la proliferazione dei batteri e con il tempo il corpo
si mummifica. Anche in ambienti umidi si possono formare mummie
saline. Nei laghi salati o nel mare, se nell’acqua c’è
un’alta concentrazione di sale, il sale penetra nei tessuti e
sostituisce l’acqua, facendo essiccare le cellule corporee.
Mummificazione naturale nelle paludi
Nei terreni paludosi, poveri di ossigeno, si riscontra
un’eccedenza di acqua, dovuta a precipitazioni o falde acquifere;
i resti vegetali si decompongono solo in parte e si depositano in
forma di torba. In questi ambienti i cadaveri si conservano grazie
alla mancanza di ossigeno, al grado di acidità e alla presenza di
un elemento antibatterico nel muschio di torba e – elemento
fondamentale – a una particolare molecola. Si tratta del
polisaccaride, liberato durante il deperimento delle piante. I
polisaccaridi decompongono le ossa del cui calcio i batteri
avrebbero bisogno per la propria sopravvivenza e innescano un
processo di concia che fa sì che pelle, unghie e organi rimangano
intatti.
Mummificazione naturale in ambienti artificiali
La mummificazione naturale non si verifica necessariamente in
ambienti naturali, può avvenire anche in ambienti creati
dall’uomo come cantine, solai, pozzi di aerazione o ciminiere di
centrali elettriche. L’ambiente deve essere secco e la
mummificazione è favorita da una continua corrente d’aria e una
temperatura sostanzialmente stabile.
Le mummie nel mondo
Egitto
La sabbia del deserto essiccava i cadaveri deposti nelle tombe
egizie del periodo predinastico, che si mummificavano naturalmente.
Probabilmente i primi tentativi di conservazione artificiale di
cadaveri erano basati sull’osservazione di questo fenomeno. A
partire dal periodo arcaico (intorno al 3000 a.C.) gli egizi
costruirono complessi tombali che non presentavano più un ambiente
naturale adatto alla mummificazione e si videro costretti a
conservare artificialmente i corpi dei morti. Alla base di questa
esigenza c’erano motivazioni religiose legate alla credenza in una
vita nell’oltretomba; per garantire questa vita il corpo doveva
essere preservato integro.
Asia
In Asia sono stati ritrovati corpi mummificati sia naturalmente sia
artificialmente. La maggioranza di queste mummie è stata scoperta
in zone desertiche, dove i cadaveri si sono conservati grazie
all’estrema siccità. Nelle aree umide i cadaveri venivano
conservati con apposite tecniche e particolari sepolture. Lo
sfruttamento consapevole delle condizioni ambientali e
l’applicazione di tecniche di conservazione artificiale dimostrano
anche per l’Asia l’esigenza di preservare il corpo il più
integro possibile dopo la morte.
America meridionale
Le estese aree desertiche sulla costa pacifica dell’America
meridionale e le vette andine nell’entroterra offrono condizioni
ottimali per la conservazione di sostanze organiche. Nei campi
sepolcrali lungo la costa si sono mummificate naturalmente migliaia
di cadaveri risalenti all’epoca precolombiana. Le popolazioni
andine approfittarono consapevolmente delle condizioni climatiche
favorevoli per la sepoltura dei morti: la conservazione del corpo
del defunto era molto importante e la morte era vista come una
trasformazione delle parti molli in materia immortale nella quale il
defunto sopravviveva.
Le mummie in Europa
Tra le antiche culture europee non era diffusa la mummificazione
artificiale dei defunti, le mummie rinvenute sono il risultato di
processi naturali dovuti a particolari condizioni ambientali, come
nel caso di Ötzi o delle mummie di palude.
Nel tardo medioevo in Europa arrivarono le mummie egizie e le
conoscenze mediche orientali. Interi carichi navali approdarono nei
porti occidentali e vennero utilizzati per ricerche mediche.
All’inizio del XIX secolo si ebbe una seconda ondata di
importazioni, sulla scia della campagna d’Egitto di Napoleone
Bonaparte, questa volta le mummie suscitarono soprattutto interesse
per le arti misteriose dell’antico Egitto. Per lungo tempo il
concetto di mummia è rimasto legato all’immagine dei cadaveri
egizi preparati con cura e avvolti in bende.
Nell’Europa medievale si imbalsamavano i cadaveri di imperatori,
re e papi. Nei secoli successivi l’usanza di conservare i cadaveri
si diffuse tra ricchi e notabili, anche a causa dell’abitudine di
esporre a lungo la salma durante le esequie pompose. Gli organi
interni venivano asportati, imbalsamati e a volte sepolti in luoghi
separati, preferibilmente in cripte e chiese, vicino a reliquie
sacre. La vicinanza a queste reliquie era considerata infatti
garanzia di salvezza eterna per il morto.
Anche nel XX secolo c’era l’abitudine di mummificare importanti
personaggi storici e politici, sulla base della considerazione che
l’aura di una persona straordinaria continua a brillare finché il
suo corpo rimane integro. La salma di Lenin, ad esempio, riposa in
un mausoleo nella Piazza Rossa a Mosca dal 1925. Una vicenda
particolare è quella di Eva Perón, la first-lady argentina morta
nel 1953: imbalsamate, le sue spoglie mortali non furono inumate in
un mausoleo a causa di un golpe militare; l’odissea di Evita si
concluse solo nel 1976 nel cimitero della Recoleta a Buenos Aires.
La mummificazione oggi
Anche oggi molte persone desiderano conservare le proprie spoglie
mortali per l’eternità. La mummificazione può rappresentare una
valida alternativa all’inumazione o alla cremazione, inoltre è di
notevole importanza per la ricerca e l’insegnamento e, non da
ultimo, tiene vivo il sogno di tornare in vita in futuro.
I cadaveri vengono ancora mummificati seguendo l’esempio degli
antichi egizi. Una tecnica più moderna invece è la plastinazione:
i liquidi corporei vengono sostituiti con molecole di silicone, il
corpo può essere portato in una qualsiasi posizione e poi si
irrigidisce. In alternativa è possibile congelare solo il cervello,
nella speranza di potere, un giorno, ricreare un nuovo corpo
attraverso la replicazione del DNA della materia cerebrale.
Museo Archeologico dell’Alto Adige
via Museo 43, I-39100 Bolzano
telefono <?XML:NAMESPACE PREFIX = SKYPE />
+39 0471 320100
, fax +39 0471 320122
web www.iceman.it email museo@iceman.it
Bolzano, 4 marzo 2009
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